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C’era da compiere i primi passi sulle gambe incerte di un esordio necessariamente prematuro, con una preparazione che non solo è appena agli inizi, ma che è stata giocoforza condotta in condizioni tutt’altro che ottimali, in attesa che il campo al Villaggio del Rugby torni disponibile (manca poco, ormai).
Ma i primi passi della ‘nuova’ U16 RNA nel girone di qualificazione per il campionato di elite, per quanto incerti, hanno comunque condotto ad un esordio vincente contro i pari età del Rugby Vesuvio. Qualsiasi commento che andasse oltre qualche cenno di cronaca e la manifestazione di una moderata, ma legittima soddisfazione per questa vittoria sarebbe non tanto fuori luogo quanto privo di senso. Se non ci fosse stata in palio la posta del passaggio al secondo turno, questa partita sarebbe stata solo l’occasione per lo staff tecnico di vedere per la prima volta in campo un abbozzo di formazione, messa alla prova dall’opposizione di un avversario ‘reale’.
Il risultato, frutto di cinque mete segnate (quattro delle quali trasformate), a fronte di una sola subita, non è mai stato davvero in discussione e d’altra parte il gioco e il possesso sono stati prevalentemente nelle mani della RNA, senza che tuttavia questo abbia generato un ‘dominio’ della partita. Qualche frenesia individuale e alcune ‘latitanze’ sono i demeriti principali, non potendo certo imputare né ai ragazzi né a chiunque altro, le ‘improvvisazioni’ o, il difetto della ‘competenza’ necessaria per gestire le (numerosissime) fasi statiche: per eliminare le prime e conseguire la seconda, insieme a tutto il resto, sarà necessario molto tempo e molto lavoro da parte dello staff tecnico.
La fisicità, degli avversari, peraltro ben disposti in campo, tenaci e combattivi fino all’ultimo, ha spesso creato, prevedibili, difficoltà ad una squadra (composta all’ottanta per cento da 2003), che dovrà sopperire con altre qualità ad un gap fisico certamente non colmabile nell’immediato e forse mai del tutto.
In ogni caso, vedere a fine partita i ragazzi, sorridenti, suggellare con abbracci e strette di mano la loro prima vittoria è il migliore degli inizi possibili.