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Riportiamo l’articolo pubblicato su Il Roma di oggi a firma di Alessio Bocchetti:
NAPOLI. “Il pallone da rugby è imprevedibile come una donna”. La citazione di Diego Dominguez, ex rugbista, descrive appieno la fisionomia dello sport della palla ovale e le sue analogie con il mondo femminile. Infatti nonostante questa disciplina sia identificata generalmente come un gioco duro e violento per soli uomini, ci sono tante ragazze che amano dare la caccia alla palla ovale, cimentandosi in placcaggi e tuffi in meta. E’ il caso specifico dell’Amatori Torre del Greco e dell’Old Napoli, due club che quest’anno militeranno nel campionato di Seria A femminile nel mondo del rugby.Entrambe le compagini ieri nell’ex base Nato a Bagnoli hanno avuto il grande privilegio di conoscere dal vivo la metodologia di lavoro e i preziosi consigli tecnico-tattici di Andrea Di Giandomenico, commissario tecnico della Nazionale Italiana Femminile. Un’iniziativa questa che si è svolta pre la prima volta a Napoli per una duplice finalità: valorizzare nonchè sostenere il movimento rugbistico femminile campano per salvarlo dal baratro dell’anonimato e anche tastare la condizione psico-fisica delle atlete in vista della competizione imminente delle “Sei Nazioni femminile”. L’allenatore ha avuto modo di incontrare personalmente tutti i tecnici del settore in una riunione spiegando loro che solo con il duro lavoro i sacrifici vengono ripagati e i risultati arrivano a lungo andare. Infine il CT, prima di dirigere la seduta di allenamento con le giocatrici under 14 e under 16 deòòa Campania, ha consigliato agli allenatori di portare avanti sempre le loro idee con coerenza. E per chi non lo sapesse il rugby si può considerare a tutti gli effetti uno sport completo perchè richiede per chi si appresta a giocare, oltre alle comprovate doti fisiche, prima di tutto delle qualità umane quali la generosità e lo spirito di sacrificio e ciò vale anche per le giocatrici. “Il movimento femminile – ha dichiarato il CT Andrea Di Giandomenico – vive la sua problematica maggiore nella mancanza di un adeguato percorso formativo. Le donne, così come gli uomini, sono fortemente motivate quando giocano a rugby e ripongono un’attenzione meticolosa durante gli allenamenti”.