Rodolfo Antonelli, responsabile coordinatore Minirugby!

Alla vigilia dei raggruppamenti che coinvolgeranno, domani, tutti i nostri miniatleti, dopo quasi 21 mesi, abbiamo raccolto le considerazioni del nostro responsabile coordinatore del settore minirugby, Rodolfo Antonelli…

1) Tra tante novità e nuovi innesti, resti un punto fermo all’interno dello staff Amatori Napoli Rugby. Quale ruolo ricopri da quest’anno e con che stimoli affrontiamo questa ripartenza?

Sono uno di quelli che è in Amatori Napoli Rugby praticamente da sempre come consigliere, dopo il presidente Diego D’Orazio, con il quale ho condiviso ad oggi 33 anni di rugby, sono il più “anziano”. Il mio ruolo di campo, è quello di coordinatore responsabile del settore minirugby, settore che include i nati dal 2009 al 2019. Coordino a livello organizzativo, i 20 tecnici (che noi chiamiamo EducAllenatori, tutti giovani con una media di 22 anni e mezzo tranne me, formati e con tesserino Federale) e i 7 dirigenti/accompagnatori di categoria (tutti genitori di bambini che alleniamo, genitori che non ringrazierò mai abbastanza per quello che fanno). L’enorme responsabilità che sentiamo, ma che nessuno ci fa pesare, è legata al fatto che abbiamo a che fare con la crescita dei nostri bambini.
In particolare quest’anno alleno la categoria under 13 (nati 2009-2010). Come ruolo, all’interno del club, svolgo quello di factotum (come diceva nonna “chi sa fare tutto non sa fare niente”), quindi non faccio “niente”. Gli stimoli sono quelli di sempre, da quando ho iniziato a giocare: restituire al rugby, e non basterebbero per questo 10 vite, quello che il rugby ha dato a me, cercando di fare sempre del mio meglio. Faccio, ma dico una ovvietà, tanti errori, ma spero di riparare anche agli errori commessi dando tutto me stesso.

2) Sono stati mesi difficili, i bambini forse sono stati quelli più colpiti dalle passate restrizioni. Come e cosa abbiamo lavorato per ovviare a queste limitazioni?

Siamo ormai ai 21 mesi di una situazione che le nostre generazioni, i bambini e gli adolescenti più di tutti, non hanno mai vissuto. Ci siamo inventati, nei periodi di chiusura totale, allenamenti tramite le piattaforme di condivisione (zoom, WA, google), anche utilizzando il pallone e con quello che i ragazzi avevano in casa: il tutto è riuscito abbastanza agevolmente, considerata la situazione, con i più grandi dagli otto anni in su, impossibile invece, farlo con i più piccoli. Nei periodi di apertura anche parziale, nei quali era consentito allenarsi senza contatto, sembravamo dei folli, con i disinfettanti sempre in mano, la sanitizzazione del materiale, l’impossibilità di passarsi il pallone tra loro.

3) Quali obiettivi e che prospettive, sia per questa stagione ma anche a lungo raggio, vi siete prefissati per i nostri miniatleti?

L’unico obiettivo che abbiamo davanti è la loro crescita, per farlo metteremo in campo tutto quanto di meglio abbiamo all’interno del nostro club. Se ciò non bastasse faremo ancora di meglio.

4) Che messaggio vogliamo dare a tutti i genitori, a ridosso del ritorno in campo e ai vari tornei?

Ai genitori dei nostri miniatleti e atleti dico, di non far mancare gli allenamenti ai propri figli, fare di tutto per farli allenare con continuità. Un allenamento saltato è sempre una “doppia sconfitta”: la prima perché non ti sei allenato, la seconda perché il tuo avversario lo avrà fatto sicuramente. Si badi bene non ha nulla a che fare con il concetto di vittoria ma con quello di impegno. Impegnarsi sempre al massimo per poter dare il meglio che si può; poi se vinco bene, ma noi non perdiamo mai, tutt’al più impariamo qualcosa. Ai genitori in generale dico di portare i loro figli a giocare a rugby. Gli sport sono tutti degni e belli, ma il rugby è LO SPORT PIÙ BELLO DEL MONDO.